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Per un amico, persone che rimangono

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view post Posted on 24/3/2008, 14:28
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assetato di conoscenza

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Alcune settimane fa Annasettantatre scrisse alcune riflessioni tratte da un articolo che parlava della nostra passione per l’abbigliamento femminile.
In questo articolo tra le altre cose si parlava del fatto che alla nostra età, ovvero circa 40 anni (la maggior parte di noi del forum ha questa età) si comincia a prendere coscienza della fragilità delle cose e dei rapporti, si prende contatto col concetto di mortalità e si inizia a pensare alla vecchiaia.
Questo si deve al fatto che alcune delle persone che ci sono vicine e che amiamo cominciano a morire.

Purtroppo è tutto vero.

Anch’io in questi ultimi anni mi sono spesso ritrovato ad immaginare la mia vita negli anni a venire, quando i miei genitori non ci saranno più ed io sarò anziano, se non morirò prima.
Come sarò tra dieci anni ? Potrò ancora indossare calze e gonne con fierezza o il mio corpo sarà già devastato da rughe e vene varicose ?
Potrò ancora camminare, correre ed andare in bici oppure avrò un’artrosi che me lo impedirà?

Sono pensieri che tento di scacciare in fretta, ma ogni tanto ritornano e temo che lo faranno sempre più spesso, fino a quando un mattino , guardandomi allo specchio vedrò un volto segnato dall’età, dall’esperienza, dalla vita.
Quello che spero è di vedere su quel volto un’espressione serena ed un accenno di sorriso.
Nel frattempo cerco di godere di ogni momento felice che la vita mi regala e qualche volta provo a darle una mano creando delle occasioni.

Purtroppo la scorsa settimana una brutta notizia ha oscurato i miei pensieri, riportandomi a riflettere su queste cose.

Una persona che mi era cara è morta.

Una persona che non frequentavo, ma che sapere in vita ed in salute mi era di conforto.
Si tratta di un amico di mio padre.
Mio padre ha 75 anni, ha sofferto moltissimo per una malattia incurabile ed ora si mantiene come può cercando di condurre una vita normale. Tra le sue passioni ci sono l’arte, la musica, la radio.
Mio padre dipinge da quando ne ho memoria ed i suoi quadri sono anche visibili in molte delle mie foto che ho pubblicato. Dipinge ad olio ed è bravissimo e le sue opere sono uniche e trasmettono emozioni.
La radio è una sua passione dai tempi del servizio militare, quando era marconista e responsabile di stazione.
Da quel periodo la magia delle trasmissioni non lo abbandonò più e dopo molti anni passati a lavorare per mantenere la famiglia, ad un certo punto fu in grado di permettersi di acquistare una ricetrasmittente ed un’antenna e successivamente cambiarla con una più potente e performante.
Ora dispone di una stazione completa, con quattro diversi ricetrasmettitori ed un parco antenne davvero invidiabile, la cui punta di diamante è una logaritmica per le onde lunghe e medie, installata a 12 metri dal suolo su un traliccio dedicato costruito da me e da un caro amico.
La radio è stata per lui un modo di evadere e di sopravvivere alla sua malattia, gli ha dato forza e gli ha permesso di conoscere delle persone affini, che sono poi diventate amici.
Come accade a noi ora, parlando sul web tramite la chat e questo meraviglioso forum.

Alcuni di questi amici non li ha mai incontrati personalmente, altri invece si.
Uno di questi era una persona dalle qualità straordinarie e si chiamava Giovanni Ferrero.
Il professor Giovanni Ferrero, per la precisione, che negli anni 50 e 60 fu il responsabile del reparto trasmissioni di Fiat Mirafiori.

Un luminare, un punto di riferimento per tutti coloro che frequentano il settore.
Giovanni non si limitava ad occuparsi delle trasmissioni alla fiat: nel frattempo, a casa sua aveva attrezzato un completo laboratorio e si occupava degli effetti dell’irraggiamento delle onde elettromagnetiche sull’essere umano, ma anche di sismologia, di astronomia, di fisica.

Non era una persona qualsiasi, era uno scienziato e come spesso fanno gli scienziati andava in giro vestito con cose di poco valore, con le toppe ai gomiti, col sigaro (spento) in bocca ed era un fine bestemmiatore.
Eppure era una persona adorabile, generosa, umile; quando andavamo a trovarlo passavo intere ore a sentirlo spiegare i risultati delle sue ricerche, le implicazioni che le radiotrasmissioni hanno sull’umore e sulla salute dell’uomo, osservavo le sue incredibili attrezzature, acquistate con denaro proprio o proveniente da donazioni, le sue gigantesche antenne, alcune rivolte verso il nulla dello spazio profondo.
Un genio.
Un pazzo.
Un amico.

Sua moglie venne a mancare alcuni anni fa, consumata dal cancro dopo molta sofferenza e da allora viveva solo, arrangiandosi alla meglio, col suo peso abbondante ed i suoi anni, ma tutti sapevamo che non sarebbe durato.
Quando Nilde morì, capimmo che lui l’avrebbe seguita presto, perché gli sarebbe mancato lo scopo, la sua compagna e collega da sempre.
Il suo umore divenne scuro e le nostre visite si diradarono, fino a quando un giorno mio padre gli telefonò per chiedergli se aveva piacere che andassimo da lui con un bel pranzo a base di agnolotti e lui rispose che non aveva voglia di vedere nessuno e ci chiese di non andare.
Quella fu la terza volta che vidi mio padre piangere.
Successe l’anno scorso.

Da allora non avemmo più sue notizie, fino alla settimana scorsa, quando il telegiornale del Piemonte ne annunciò la scomparsa.
Non sappiamo cosa sarà del suo laboratorio e del frutto delle sue ricerche; speriamo che qualcuno se ne faccia carico e prosegua sulla sua strada, impegnandosi notte e giorno sacrificando la vita privata e le agiatezze per qualcosa in cui credeva profondamente.
Non aveva figli, non rimane che la sua opera, i suoi studi, il suo esempio per le persone che l’hanno conosciuto e frequentato, i suoi allievi, i suoi colleghi ed i suoi amici.

Ora si chiude un altro capitolo ed una fiammella si aggiunge alle altre, lontana ma sempre presente, un puntino minuscolo all’orizzonte dove poter puntare lo sguardo e pensare a momenti unici e qualità straordinarie di persone come poche altre, un punto di riferimento.

Addio Giovanni, grazie per essere stato nostro amico.


Davide.
 
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view post Posted on 25/3/2008, 00:56
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Alcune persone, pur vivendo nell'oscurità, sono le stelle più brillanti dell'universo!

Anche se non ti ho mai conosciuto, addio Giovanni.
 
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