| Ciao a tutte, bentrovate.
Mi scuso per l'assenza di questi giorni, in parte dovuta anche a ciò che state (bontà vostra) per leggere.
Un grazie ad Anna, per avermi citato ad esempio, non realmente un bell'esempio e scopriremo insieme il perchè.
In seguito a post e messaggi scambiati tra di noi membri, alla fine siamo riusciti a combinare una bella serata da Evadamo, il locale torinese dove ci si può incontrare in santa pace ed al riparo da sguardi accusatori.
Il venerdì sera c'è sempre un gruppo che si esibisce suonando dal vivo ed è una bella occasione per stare in compagnia, quindi abbiamo combinato per il venerdì. Eravamo in quattro di questo forum, davvero persone per bene e socievoli, mi sono trovato molto a mio agio. Ovviamente c'era ClaudiaColli, lei c'è per definizione, poi Annasettantatre, Giulius ed io. Un bell'assortimento, si prospettava una bella serata ed abbiamo iniziato a chiaccherare e a conoscerci. Quella sera avevo deciso di portarmi un paio di cambi, così se gli altri avessero espresso il desiderio di vedermi in gonna, per una volta li potevo accontentare. Una gonna al ginocchio, molto elegante e morbida e la mia inseparabile mini nera in velluto, quella dell'avatar, per intenderci
Dopo qualche decina di minuti decido di fare il grande passo e raccolto tutto il mio coraggio mi avvio verso il camerino: vado a cambiarmi.
Scelgo di rimanere sul classico e di non esagerare, così lascio la mini per un'altra volta. Peccato, perchè non ci sarà un'altra volta, ora scopriamo il perchè.
Indosso le mie belle calze autoreggenti velate della levante, morbide e confortevoli, la gonna e le scarpe, controllo di essere in ordine, pettinato ecc ecc ed esco pronto alla pugna.
Fuori dal camerino una delle ragazze della reception mi osserva e prima che io ritorni con gli altri mi domanda dove sia la mia parrucca: io le rispondo che non ho nessuna parrucca, non l'ho mai avuta.
Mi avvio e ritorno dagli altri, sedendomi al bancone dopo una lieve giravolta per mostrare la mia gonna e le mie gambe (questa è certamente la vanità femminile che viene a galla) e poi riprendo a parlare con loro.
L'atmosfera però non è così rilassata come mi aspettavo ed infatti dopo pochi istanti, la ragazza della reception mi chiama e mi chiede di andare un attimo in disparte. Una volta lì, mi comunica che non è costume presentarsi in abbigliamento misto, ma che è invece consuetudine abbigliarsi in maniera tradizionale oppure interamente enfemme, parrucca e trucco compresi. Questo perchè il locale non è ad esclusivo indirizzo trav o trans, ma alcuni degli avventori sono dei clienti qualsiasi e potrebbero sentirsi urtati od offesi ad una vista così particolare.
Vedendo il mio stupore, intuisce la mia buona fede e mi concede di rimanere come desidero per quella sera, ma mi prega di non ripetere l'esperimento. Torno al bancone con gli altri e chiedo la loro opinione, caduto dalle nuvole come mi ritrovo ed Anna, con la sua proverbiale delicatezza trova la definizione che meglio si adatta, dicendomi che il mio aspetto è spiazzante, poichè non si confà a nessun tipo universalmente accettato. Ne' maschio ne' femmina. Solo un ibrido che per chi guarda risulta imbarazzante, non potendo essere classificato.
Siamo daccapo. Perfino in un ambiente che ritenevo aperto quasi a tutte le possibili situazioni, rimane incrollabile la distinzione: vestito da uomo = uomo, vestito da donna= donna. Uomo con qualche abito da donna non fa già più parte di questo schema e quindi viene rifiutato.
Inutile continuare, sarei solo d'imbarazzo per i presenti e scusatomi con Claudia, torno al camerino e riprendo le sembianze umane.
Una grande lezione da tenere a mente: non pensare mai che gli altri possano essere aperti a tutto come io mi sento di essere, troppi stereotipi condizionano la nostra esistenza e ci inducono a rifiutare tutto ciò che è diverso, ciò che non si conforma. A questa regola non si sfugge nemmeno nel mondo dei trav e dei trans. L'ho scoperto a mie spese e mettendo in imbarazzo i miei amici. Mi dispiace, non avevo intenzione di mancare di rispetto a nessuno, solo di esprimere quello che in quel momento sentivo di voler esprimere. Anche in questo caso, la mia libertà di espressione finisce dove comincia la libertà degli altri, libertà di adeguarsi agli stereotipi. Ho torto comunque.
Però non posso fare a meno di essere triste, per la mancata occasione di stare con i miei amici in abiti inusuali ma confortevoli, almeno per una sera come aspettavo da tempo. Mi si nega una libertà, senza un reale motivo, solo per la miopia delle menti della maggior parte delle persone che ci circondano. Speriamo che le cose cambino.
Inutile dire che quì hanno fine i momenti enfemme (che a questo punto direi che non è il termine esatto) di Davide, che piuttosto che doversi vestire e truccare da donna come a carnevale, per poter portare la gonna che tanto gli piace, smetterà di indossare la gonna. Per non spaventare nessuno.
Un caro saluto a Levante, che invece ha scelto di completare il suo travestimento fino a trucco e parrucco, in modo da poter apparire in tutta la sua bellezza. Non ti invidio, Lev, perchè io non ambisco ad assomigliare ad una donna, ma ti stimo perchè non hai paura di esprimere quello che desideri. Aspetto come tutti gli altri di vederti, ma meglio incontrarti, per poter passare del tempo insieme a parlare e divertirci, magari alla presenza di ancora altri membri di Torino e dintorni.
Baci.
Davide
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